Giunge da Arpae il primo report sulla qualità dell’aria del 2020, in un anno caratterizzato dal lockdown in tutta Italia e da una riduzione degli spostamenti. Scopriamo quando ha inciso questa situazione.
Se da un lato l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 e le conseguenti misure di contenimento adottate hanno generato una drastica riduzione di alcune tra le principali sorgenti di inquinamento atmosferico, dall’altro le condizioni meteorologiche, soprattutto nei primi mesi dell’anno, sono risultate particolarmente critiche e sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti.
Il rapporto tra le misure restrittive legate all’emergenza Coronavirus e l’inquinamento nel catino padano è attualmente in fase di studio. Nel 2020 le concentrazioni di inquinanti in Emilia-Romagna sono risultate del tutto simili a quelle del 2019, considerando però che le condizioni meteorologiche della prima parte dell’anno sono risultate ben peggiori e quindi favorevoli alla cattiva dispersione.
L’andamento dei vari inquinanti
Il valore limite giornaliero di PM10 (50 μg/m3) è stato infatti superato per oltre 35 giorni (numero massimo definito dalla norma vigente) in 24 delle 43 stazioni della rete di monitoraggio regionale che lo misurano; il valore limite annuale del PM2.5 non è stato superato in alcuna stazione.
E’ però importante notare che il lockdown ha favorito maggiormente la riduzione di inquinanti gassosi. Il particolato ha visto una riduzione poco significativa in relazione ai mesi di chiusura.
Il particolato, legato in gran parte ai riscaldamenti a biomassa, risulta anche particolarmente sensibile alle condizioni meteo. Di conseguenza dire che il lockdown ha migliorato la qualità dell’aria può essere vero fino a un certo punto. L’unico effetto pronunciato del lockdown è legato agli ossidi di azoto, in forte calo e dove non si son registrati superamenti.
Maggiormente critica la situazione legata all’ozono, sebbene con superamenti in calo rispetto agli anni precedenti.
La soglia di informazione (180 μg/m3) è stata superata in 18 stazioni su 34 che rilevano l’inquinante. Il numero di stazioni che hanno superato, il numero di superamenti e i valori massimi sono risultati inferiori rispetto a quelli registrati lo scorso anno. La soglia di allarme (240 μg/m3), non è stata superata in nessuna stazione.
Nei limiti biossido di zolfo, benzene e monossido di carbonio.
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Fonte: Arpae