In base ai dati pubblicati da Arpae, il 2021 è risultato un anno particolarmente siccitoso sul territorio regionale, il quarto più secco dal 1961. Complessivamente però, è stato anche meno caldo rispetto agli ultimi anni.
Con una temperatura media annuale pari a 13°C il 2021 è il diciassettesimo anno più caldo dal 1961, insieme al 1997.
Il mese di febbraio ha visto ampie variazioni di temperatura, con valori particolarmente bassi alternati a valori prossimi ai massimi mai osservati. Il 26 febbraio è stata registrata la massima assoluta a Firenzuola (Appennino tosco-emiliano centrale). Diverse stazioni sul territorio regionale hanno registrato il nuovo record termico del mese.
In primavera si sono registrate intense gelate tardive, sia nell’ultima decade di marzo sia nella prima decade di aprile. Quest’ultimo è risultato il più freddo dal 1991 e il settimo più freddo dal 1961.
L’estate è risultata mediamente calda con un’ondata di calore particolarmente intensa a metà agosto.
Siccità persistente durante tutto l’anno
La scarsità di precipitazioni con siccità persistente è stata la caratteristica meteorologica saliente del 2021, che ha visto rispetto agli anni precedenti, una variabilità meno accentuata.
Nonostante un gennaio particolarmente perturbato e nevoso, da metà febbraio si è instaurato un trend di scarsità di precipitazioni su tutto il territorio regionale.
Dal mese di maggio l’indice di precipitazioni cumulate a livello regionale si è collocato sulla parte più bassa della distribuzione climatica osservata, raggiungendo a metà settembre i valori più bassi mai visti dal 1961.
Da luglio a ottobre le cumulate medie regionali sono state le più basse mai registrate.
A partire da ottobre fino a fine le precipitazioni hanno interessato un’ottima porzione di territorio regionale, con le risorse idriche in progressiva ripresa.
Nel complesso il 2021 è risultato il quarto anno più secco dal 1961, dopo 1988, 1983 e 2011.
Tra Romagna e Appennino Bolognese la situazione più critica
La carenza di precipitazioni si è fatta sentire maggiormente sull’Appennino bolognese e sulle province romagnole, dove la particolare ventosità registrata nel periodo estivo ha aumentato il contributo evotraspirativo delle piante. Di conseguenza si sono instaurate condizioni favorevoli agli incendi boschivi, con un numero di interventi particolarmente alto che hanno permesso di limitare l’estensione degli incendi.
Condizioni di siccità particolarmente intensa si sono registrate in Val d’Arda nel mese di settembre, con impatto sulle risorse potabili; in questa zona le precipitazioni mensili sono risultate particolarmente scarse e hanno imitato sulla risorsa di falda, già compromessa a seguito della siccità del 2017 e solo in parte compensata negli ultimi anni.
Sulla pianura emiliana, le buone condizioni di piovosità dell’arco alpino nel periodo primavera-estate ha determinato valori di portata del Po prossimi alla normalità, permettendo di attingere dal fiume le risorse necessarie per l’agricoltura.
Eventi meteorologici significativi
L’inverno 2020-2021 (dicembre 2020, gennaio-febbraio 2021) è risultato da record per quanto riguarda la neve caduta in Appennino e monitorata grazie al nostro progetto di misurazione.
Questa stagione ha però visto un andamento calante, con dicembre record per piogge e nevicate, gennaio che ha visto un progressivo scemare dell’instabilità e febbraio risultato, specie nella seconda parte, in prevalenza stabile.
Si segnalano le intense precipitazioni del periodo 21-24 gennaio, le severe gelate di inizio aprile, con temperature minime da record in regione per il periodo. Proprio il mese di aprile ha palesato una discreta variabilità, con temporali e trombe marine in prima decade.
Il primo evento temporalesco significativo è stato il 26 luglio, con temporali e grandine di grosse dimensioni
In generale gli eventi temporaleschi significativi non sono risultati numerosi, si segnala tra il 19 e il 20 settembre l’evento tornadico di Carpi e il doppio MCS in transito domenica 26 settembre.
Ulteriori informazioni sul report Arpae qui