9-10 aprile: burrasca di vento, crollo termico e neve in montagna

Una breve parentesi invernale nel cuore della primavera: tra il 9 ed il 10 aprile l’irruzione di aria artico-marittima ha favorito forti raffiche di vento, un sensibile calo termico ed il ritorno della neve in montagna.

Contrasti termici e precipitazioni a carattere di rovescio o temporale

A partire dal pomeriggio di sabato 9 aprile l’afflusso di correnti fredde da Nord/Nord-Est, contrapposte al richiamo di Libeccio da Sud-Ovest, ha propiziato le condizioni ideali per lo sviluppo di precipitazioni sparse, anche a carattere convettivo con formazione di rovesci e temporali.

La fenomenologia, che dapprima ha coinvolto l’Emilia centrale e le aree tra ferrarese e ravennate, si è estesa nel corso del tardo pomeriggio/sera di sabato verso sud-est, interessando anche forlivese e riminese.
Già dalla prima nottata i fenomeni piovosi si sono allontanati definitivamente dalla nostra regione, apportando residui accumuli a ridosso delle aree interne ed appenniniche.

Le mappe di riepilogo sulle cumulate di pioggia delle giornate di sabato 9 aprile e domenica 10 aprile ci mostrano come gli accumuli risultino maggiormente consistenti su Est Emilia e Romagna centro-settentrionale: bolognese, ravennate e forlivese le province più piovose nel corso di tale peggioramento.

Crollo termico tra il pomeriggio e la sera di sabato

L’attivazione di correnti da Nord e Nord-Est tra metà e tardo pomeriggio di sabato ha causato un repentino calo delle temperature: da +20°C/+22°C diffusi ad appena +8°C/+10°C in poche ore su Est Emilia e Romagna.

Calo termico che è proseguito nelle ore successive con l’afflusso di aria via via più fredda, la quale ha favorito anche il ritorno della neve a quote medio-basse in Appennino.

Neve 9-10 Aprile 2022
Luogo Quota(m) Neve(cm)
Villaggio Monte Busca (FC) 730 9
Tredozio (FC) 350 6
Rifugio Mariotti al Lago Santo (PR) 1507 4
Castel d’Aiano (BO) 805 3
Monchio delle Corti loc. La Valle (PR) 880 3
Case Stantini, Febbio (RE) 900 2
Quinzano (BO) 500 2
Sologno, Villa Minozzo (RE) 750 1,5
Selva di Serramazzoni 736 1
Giarola (RE) 622 0,5
Cà Micci – Sassofeltrio (RN) 590 0,5
© centrometeoemiliaromagna.com – E.Lombardi

Mareggiata significativa con criticità diffuse lungo la costa

L’evento ha visto una mareggiata significativa interessare l’intero tratto costiero, con le criticità maggiori nella parte meridionale della costa, da Cervia a Rimini.

Dal punto di vista della previsione l’intensità del vento, con raffiche fino a 90-100 km/h mare agitato con onda oltre 3 metri, era stata indicata con anticipo, peraltro con emissione di un’allerta arancione da parte degli enti preposti. Per quanto riguarda le mareggiate, l’allerta emessa era di codice giallo.

Si è trattato di un evento della durata di circa 6 ore, ma che ha prodotto un impatto significativo, in parte acuito dall’assenza della duna invernale a difesa del litorale per ampi tratti di spiaggia, con un sovralzo di 107 cm. Il rinforzo del vento è capitato in fase con l’alta marea (di quadratura).

Le maree di quadratura sono quelle che si verificano al primo ed ultimo quarto di Luna, e possiedono una ridotta escursione tra alta e bassa marea. Inoltre le alte maree risultano meno pronunciate (a livello astronomico), rispetto a quelle di sizigia. In questo secondo caso si verificano le maree più pronunciate rispetto a quelle osservate usualmente.

Dalle prime verifiche si può considerare un evento sottostimato dal punto di vista della mareggiata, con le conseguenze che hanno colto di sorpresa la maggior parte dei cittadini. La modellistica marina nella previsione di venerdì, indicava un valore di livello del mare prossimo a 80 cm, a fronte dei 107 cm verificatisi. C’è da dire che l’aggiornamento di sabato mattina (per il sabato sera), aveva ricalcolato tali valori portandoli tra 80 e 90 cm sulle province di Ferrara e Ravenna, e attorno a 80 cm per la provincia di Rimini.

Cosa può aver inciso sull’evento costiero? E’ possibile che accada nel periodo estivo?

Con la premessa che l’analisi è ancora preliminare, e potrà pertanto essere integrata e\o rettificata in seguito, si può provare a ricostruire la dinamica che ha prodotto l’evento costiero risultato altamente impattante.

Sul livello del mare così alto rispetto al dato previsto, potrebbe aver inciso una componente di ventilazione meridionale, che nella prima parte di giornata di sabato (fig. 1) ha trasportato del volume d’acqua da nord a sud sul bacino Adriatico.

In seguito, l’afflusso di correnti settentrionali (fig. 2) ha determinato uno ”stallo” di questa massa d’acqua dinanzi alla costa romagnola, specie meridionale.

Per quanto riguarda la probabilità di accadimento nel periodo estivo, è qualcosa di raro. Questo perché se da un lato è vero che venti nord-orientali e mareggiate possono comunque accadere, più frequentemente ad Agosto rispetto Giugno e Luglio, dall’altro la componente barica (pressione) e la componente termica, che incidono sulle dinamiche marino-costiere, sono meno significative pertanto anche gli eventi risultano i meno pronunciati dell’anno.

 

Articolo a cura di

Andrea Ricci, Elia Lombardi (previsioni meteorologiche e progetto neve)
Federico Antonioli (previsioni meteorologiche e marino-costiere)