Bianco risveglio sull’Ovest Emilia nella mattinata di martedì 15 febbraio: una veloce ma incisiva perturbazione ha riportato la neve fino in pianura dal piacentino al reggiano. Vediamo come sono andate le cose.
Neve ben oltre le attese
Era atteso il ritorno della neve fino a quote basse tra la tarda sera di lunedì 14 e le prime ore di martedì 15 febbraio: nonostante ciò, l’eventualità di una nevicata con accumulo fin sulla pianura da Piacenza a Reggio Emilia risultava piuttosto remota.
La meteorologia ancora una volta ci ha dato prova della propria imprevedibilità ed ecco che siamo qui a descrivere un bianco risveglio per la gran parte delle province occidentali emiliane.
Neve ben oltre le attese: a cosa dobbiamo principalmente la comparsa con accumulo della neve sulla pianura occidentale, se non era prevista spingersi al di sotto dei 200-300 metri? Incidono principalmente due fattori:
- Sacca d’aria fredda: il serbatoio di aria fredda immagazzinato sulla Pianura Padana occidentale in virtù di una modesta irruzione di correnti settentrionali è riuscito ad espandersi dall’Oltrepò Pavese verso est.
Colonna d’aria che durante la nottata tra lunedì e martedì si è collocata in ottime condizioni da Piacenza a Reggio Emilia: temperatura fra -1°C della pedecollina e 0°C della pianura. E così la neve non ha avuto difficoltà a spingersi più in basso del previsto. - Intensità delle precipitazioni: considerato il modesto apporto d’aria fredda, a fare la differenza è stata l’intensità delle precipitazioni, dapprima piovose e poi nevose, sull’Emilia occidentale.
Lo scatto Radar sopra allegato (riferimento orario 3:25 di martedì) ci mostra come in piena nottata la fenomenologia fosse forte o a tratti molto forte su parmense e reggiano, moderata sul piacentino.
La stazionarietà e l’intensità delle precipitazioni hanno propiziato il calo termico alle basse quote e la comparsa della neve a tratti copiosa e con accumulo.
Fiocchi fino alle città su Emilia occidentale
Con grande sorpresa la neve ha imbiancato non solo la città di Piacenza, dove vi erano discrete possibilità, ma anche Parma e Reggio Emilia: un accumulo di pochi centimetri al suolo con temperatura prossima agli 0°C non toglie la magia dell’atmosfera al risveglio.
Ben diversa, in termini di accumuli, la situazione sulle zone collinari e montuose dell’Emilia occidentale:
- In Alto Appennino si va dai 20 cm di manto nevoso del Rifugio Segheria (RE 1410m) ai 25 cm del Lago Santo (MO 1501m) fino ai 18 cm di Presa Alta, Ligonchio (RE 1240m). I maggiori accumuli sono stati sull’Alto Appennino Parmense dove si stimano circa 40-45 cm al Lago Santo Parmense, in attesa di dati più precisi.
- Tra collina e pedemontana si va da circa 40 cm di Passo Sant’Antonio (PR 650 m) ai 30 cm di Bosco di Corniglio (PR 860m) fino ai 20/25 cm di Barchi (PC 870m).
- Sull’alta pianura la neve è scesa con accumuli generalmente compresi fra 2/3 cm e 7/10 cm: ne sono la prova i 7 cm di Podenzano (PC 118m) così come i 10 cm di San Michele Gatti, Felino (PR 215m).
Di seguito un primo resoconto dei dati raccolti dal nostro “Progetto Neve“. Seguiranno aggiornamenti
Vi ringraziamo per l’attenzione e vi lasciamo con una galleria delle foto più belle che ci avete inviato sia dai social network sia dal gruppo dei segnalatori neve.