Se lo scorso anno, di questi tempi, erano le precipitazioni piovose e nevose a caratterizzare il meteo in regione, con un’Inverno che sembrava non finire mai, la situazione può dirsi ribaltata nel 2019: piogge scarse o assenti, clima secco e temperature ben al di sopra delle medie.
A quando risale l’ultima pioggia?
La seconda fase dell’Inverno meteorologico 2018-2019 è stata caratterizzata da una anomalia termica positiva e da un notevole deficit pluviometrico, per via della costante presenza dell’Alta Pressione alle medio-basse latitudini europee: il promontorio anticiclonico, difatti, ha negato alle perturbazioni atlantiche in afflusso dal Lobo Canadese del Vortice Polare di giungere fino al bacino del Mediterraneo e all’Italia, esercitando un’azione di blocco alle correnti umide occidentali.
Come conseguenza più diretta, perciò, ne è derivata una quasi totale assenza di precipitazioni, sia piovose che nevose: per risalire all’ultima perturbazione che determinò piogge diffuse, nel Nord Italia così come in Emilia-Romagna, si dovrebbe addirittura retrocedere all’inizio del mese di Febbraio (fra il giorno 1 ed il giorno 3) quando lo scorrimento di una vasta area depressionaria dalla Penisola Iberica all’Italia favorì precipitazioni diffuse e neve fino a quote basse, in virtù del richiamo di aria fredda artico-marittima.
In occasione di tale peggioramento, inoltre, le condizioni meteorologiche avverse determinarono, come in tanti di voi ricorderanno, l’esondazione del fiume Reno nella bassa pianura bolognese nei pressi di Castel Maggiore: i danni all’agricoltura ed alle abitazioni ammontarono a centinaia di migliaia di euro, poichè lo sversamento di acqua fluviale nelle aree adiacenti il letto del fiume fu repentino ed incontrollato.
Non fu solamente il Reno ad evidenziare la criticità idrogeologica in regione: numerosi altri corsi d’acqua che nascono in Appennino e scendono verso le pianure, come l’Enza, il Secchia ed il Panaro, furono monitorati dalle squadre della Protezione Civile poichè a rischio straripamento ed esondazione: la giornata in assoluto più critica fu quella di Domenica 3 Febbraio quando l’azione combinata di neve in fusione in Appennino e piogge forti sul crinale determinò un allerta fiumi per l’esondazione di alcuni corsi d’acqua, una volta che la fase di piena fosse sopraggiunta sulle aree pianeggianti.
Clima eccessivamente mite e secco
Di lì, più nulla: dopo la perturbazione di inizio Febbraio scorso, l’Emilia-Romagna non è più stata raggiunta da peggioramento in grado di apportare precipitazioni diffuse ed organizzate. Eccezion fatta per un veloce fronte di rovesci convettivi che attraversò il nostro territorio fra il 9 ed il 10 di Febbraio, occasione nella quale caddero per l’ultima volta dei fiocchi di neve in Appennino, non vi è traccia di piogge da almeno 30 giorni.
La presenza stabile e prolungata dell’Anticiclone sull’Europa centro-occidentale ha caratterizzato sostanzialmente gli ultimi 35 giorni dell’Inverno meteorologico che si concluderà, ricordiamolo, fra il 21 ed il 22 di Marzo, in corrispondenza dell’Equinozio di Primavera: una situazione che inizia a farsi preoccupante in vista della stagione estiva, quella statisticamente meno piovosa in Emilia-Romagna.
L’assenza di piogge e nevicate nella seconda fase dell’Inverno ancora in corso potrebbe infatti influire sulla disponibilità idrica durante la “bella stagione”: i terreni risultano piuttosto secchi e le risorse di neve in Appennino scarseggiano, dopo una stagione invernale non proprio soddisfacente in termini di accumuli niviometrici.
Servirà nei prossimi mesi un cambio di configurazione che favorisca il ritorno delle perturbazioni da ovest e delle piogge primaverili, senza le quali il tema della siccità, di pari passo con quello degli incendi boschivi colposi e dolosi, tornerà di certo di attualità.
Un anno fa: situazione diametralmente opposta
Concludiamo l’articolo mostrandovi uno scatto satellitare del sat MODIS-NASA risalente allo scorso 8 Marzo 2018, dal quale si evince la netta differenza di colorazione dei terreni dell’Emilia-Romagna rispetto allo stesso periodo del 2019. Sintomo ed indice di una maggiore piovosità e nevosità dell’Inverno 2017-2018 rispetto alla stagione invernale 2018-2019.