La situazione meteorologica all’insegna di clima secco e temperature elevate che persiste dalla fine della prima decade di Febbraio ha causato quest’oggi il divampare di incendi boschivi nelle zone interne della Romagna, fra le province di Rimini e Forlì-Cesena.
Rogo nei boschi della Valmarecchia
La siccità per la mancanza di pioggia da almeno tre settimane si ripercuote sul territorio regionale mediante il divampare di focolai, probabilmente dolosi: si è reso necessario l’intervento di numerosi mezzi dei Vigili del Fuoco dai distaccamenti di Rimini, Forlì e Rimini, con un elicottero giunto addirittura dalla squadra di Bologna, per poter domare ed infine spegnere l’incendio sorto in località Tavolicci, fra Alfero e le Balze, nel comune di Verghereto (Forlì-Cesena).
Grazie al lavoro ininterrotto delle squadre in azione dei Vigili del Fuoco è stato possibile spegnere l’incendio entro il tardo pomeriggio di oggi: focolaio che, secondo le testimonianze, stava quasi per minacciare le abitazione di un piccolo borgo nelle vicinanze.
Un anno fa: freddo e neve
Pare piuttosto curioso l’esito del confronto fra le condizioni meteo-climatiche del Febbraio 2019, all’insegna di sole, caldo e siccità, con quelle del Febbraio 2018, il quale fu caratterizzato da perturbazioni nord-atlantiche alternate ad impulsi d’aria fredda da est, con nevicate a ripetizione sull’Appennino romagnolo e non solo.
Appena un anno fa sulla vetta del Monte Falco (1630 m), la cima più alta della Romagna in provincia di Forlì-Cesena, il manto nevoso al suolo toccava i 250 cm, con accumuli compresi fra 150 e 200 cm anche fra il Verghereto e la Campigna dove stamane, per l’appunto, sono divampati i primi incendi della stagione.
Il confronto è impietoso e fa riflettere: se lo scorso anno le nevicate furono addirittura più abbondanti rispetto alle medie nivometriche locali, la forte anomalia termica positiva unita all’assenza di fenomeni piovosi e nevosi del Febbraio in corso è ben più preoccupante, specie in vista dell’Estate 2019.
Diga di Ridracoli: volume d’acqua in calo
La principale fonte di approvvigionamento idrico della Romagna, la Diga di Ridracoli (FC), fa registrare una presenza di acqua nell’invaso in netto calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: come si può osservare dal grafico in allegato sopra, a fine Febbraio 2018 il volume dell’invaso (espresso in milioni di metri cubi) faceva registrare un valore di 35, mentre a Febbraio 2019 il dato è drasticamente più basso e si attesta sui 22 milioni di metri cubi.
Il netto calo della disponibilità idrica è facilmente spiegabile dall’assenza quasi totale di precipitazioni nel mese di Febbraio 2019, unita alla presenza di temperature insolitamente miti che hanno reso il terreno dell’entroterra romagnolo piuttosto secco ed incapace di far filtrare, attraverso le falde acquifere, acqua all’invaso della diga.
La speranza risiede in un ritorno delle precipitazioni nella stagione primaverile, necessarie per non dover prendere provvedimenti in termini di siccità durante la ventura Estate 2019.