Abbiamo spesso parlato della difficoltà di previsioni in certi contesti, e del fatto che la previsione stessa abbia dei limiti(e li avrà sempre). Vediamo ora perché le previsioni automatiche non rappresentano certo un valido prodotto.
Abbiamo parlato in questo articolo dell’approccio più opportuno alle previsioni: è sempre meglio preferire bollettini scritti a semplici icone e soprattutto, è meglio basarsi su previsioni redatte dall’uomo piuttosto che a quelle presenti sulle App automatiche.
E per “app automatiche” si intende il 90% di quelle disponibili online.
E voi mi direte: “Che senso ha fare questa distinzione quando anche le previsioni “manuali” redatte da un previsore sbagliano?”
L’errore, in una previsione meteo, ci sarà sempre. Fa parte della previsione stessa, è un limite del quale bisogna prendere coscienza e non pretendere la “certezza”. Ovviamente, in ogni contesto, si cerca sempre di ridurre al minimo questo errore, di fornire un prodotto quanto più attendibile possibile, ma in un certo senso “non c’è scampo”, prima o poi arriva. Questo perché l’atmosfera è un sistema caotico, dove le variabili sono tante, di conseguenza, soprattutto per certe situazioni “limite” si è sempre sul filo di lana.
È capitato giusto ieri, Lunedì 2 Settembre 2019, e lo abbiamo spiegato in questo articolo.
Qual è il valore aggiunto di una previsione realizzata dall’uomo?
L’uomo stesso. In poche parole, quando bisogna realizzare una previsione, si consultano vari modelli fisico-matematici che descrivono il comportamento dell’atmosfera. A questo, si aggiunge la conoscenza del territorio, l’esperienza, nonché importanti valutazioni caso per caso. Ciò comporta la possibilità di compiere quanto detto prima, ossia cercare di ridurre l’errore.
La previsione automatica invece, si ferma al primo passaggio. Prende i dati dai modelli fisico-matematici e li trasforma in un’icona colorata. Molto spesso, l’app non possiede nemmeno un bollettino scritto. Tutto è basato su un’immagine, che sicuramente è più rapida da consultare, ma non è certo un’informazione completa quanto quella fornita dal bollettino scritto.
Inoltre manca totalmente di rielaborazione, non c’è qualcuno che verifica quei dati, che cerca di limitarne gli errori tramite analisi approfondite, che conosce il territorio. In un Paese come l’Italia, che possiede un’orografia complessa, è fondamentale considerare il territorio circostante all’area in cui si va a prevedere.
Le App meteo ci fan pretendere troppo
Un altro problema è legato alla pretesa che si ha da una previsione. Le applicazioni, che propongono spesso bollettini località per località, magari anche ora per ora, vanno contro a quello che è il “funzionamento” dell’atmosfera.
Non è possibile ad esempio sapere con precisione al chilometro dove un temporale colpirà. E non è altrettanto possibile “mettere l’orologio al tempo” e pretendere se pioverà alle 17.30 o alle 18.
Parlare di fasce orarie(mattina, pomeriggio, sera) oppure di qualche dettaglio in più(primo/tardo mattino/pomeriggio ad esempio) è un conto, dire “pioverà dalle 16” oppure “Alle 00 Bologna sarà bianca” è assolutamente scorretto e privo di qualsiasi connotato scientifico. Impossibile avere la pretesa di sapere a che ora precisa pioverà o nevicherà in una determinata località.
Era meglio Bernacca…?
La stima per Edmondo Bernacca, oppure per Andrea Baroni è rimasta immutata nel tempo, dato che son considerati “i padri” della meteorologia e soprattutto della sua diffusione in Italia. Accade quindi che, dinanzi a “previsioni sbagliate”, qualcuno dica “Ah, ma era meglio Bernacca!”.
Bisogna essere però obiettivi. Le previsioni fornite quest’oggi sono ben diverse, grazie al progresso tecnologico, si riesce ad essere ancora più dettagliati e precisi. Questo però non significa infallibili. L’errore ci sarà sempre, come già detto.
È l’approccio che è sbagliato: le previsioni “di una volta” non fornivano certo il dettaglio per ciascuna località oppure ora per ora! E soprattutto non si spingevano oltre i 2-3 giorni.
Oggigiorno invece, la meteorologia viene troppo spesso esasperata da siti che forniscono pseudo-previsioni automatiche fino a 10/15 giorni, incidendo poi anche sulla programmazione delle attività dell’uomo.
Bisogna anche essere onesti. Quando “si da la colpa alle previsioni”, non si può certo puntare il dito contro chi fornisce bollettini a 2-4 giorni, con linguaggio asciutto e ponderato. Bisognerebbe concentrare “le lamentele” verso questa moltitudine di siti che compie comunicazione sregolata.
In definitiva cosa tenere a mente
Bisogna ribadire i “soliti” concetti, ma fondamentali: le previsioni oltre i 2-4 giorni perdono drasticamente di attendibilità e anche nel range considerato “valido”, possiedono comunque un margine di errore. Tale margine di errore è più elevato in condizioni spiccatamente variabili, come ad esempio la previsione di temporali.
Affidarsi a pseudo-previsioni fino a 10/15 giorni, elaborazioni automatiche di app, bollettini ora per ora e via dicendo, è voler pretendere troppo. Perché se da un lato anche le previsioni redatte “a mano” possono non andare a buon fine, affidarsi ai prodotti sopracitati vuol dire “andarsi a cercare” la previsione sbagliata.
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