Quando si è in procinto di capire e voler sapere come sarà la stagione invernale entrante, spesso sugli articoli e siti meteorologici si sente parlare di diversi indici climatici e la loro possibile evoluzione. NAO, QBO, AO e PNA, sono solo alcuni. In questo articolo cercheremo di dare le basi su cosa è l’indice North Atlantic Oscillation (NAO) e su come può influenzare la stagione invernale.
La North Atlantic Oscillation è un indice teleconnettivo le cui variazioni a scala globale possono condizionare a livello atmosferico il Nord Atlantico e l’Europa. Quando si parla di NAO index ci si riferisce a un indice climatico spesso utilizzato in inverno per monitorare e prevedere la situazione sinottica sul Nord Atlantico e le incursioni di aria fredda dalle latitudini polari verso le medie latitudini. E’ un indice che abbinato ad altri fattori meteo-climatici, può dare indicazioni su cosa ci si può aspettare dal trimestre invernale. I valori dell’indice sono calcolati come la differenza tra la pressione rilevata in prossimità delle Azzorre (anticiclone delle Azzorre) e la pressione rilevata in prossimità dell’Islanda (depressione d’Islanda). La prima testimonianza di questo indice e sulla possibilità di condizionare la stagione invernale, proviene da Hans Egede Saabye. Egli osservò come inverni freddi in Danimarca siano correlati a inverni miti in Groenlandia.
L’indice NAO ha molta più rilevanza durante l’inverno, dal momento che risulta essere più pronunciato nei suoi valori (di segno positivo o negativo), rispetto all’estate. Questo indice, come già accennato, può presentare una fase positiva e una fase negativa. Questa variabilità è significativamente correlata con l’alterazione della forza del vortice polare invernale e di conseguenza anche all’indice AO (Arctic Oscillation).
Fase NAO positiva (NAO+)
In una fase di NAO + si avrà un vortice polare troposferico (VPT) che circonda simmetricamente il polo, risultando più freddo e più forte della norma. In questa fase si associa un rinforzo delle correnti occidentali alle medie latitudini (westerlies). Si parla in modo particolare di NAO + quando i valori superano la soglia 0.5 (>0.5). Valori più o meno positivi daranno origine a una NAO più o meno forte. La positività della NAO si leggerà con un rafforzamento dell’anticiclone delle Azzorre alle basse latitudini e un rafforzamento della depressione d’Islanda alle alte latitudini. Questa differenza di pressioni darà origine a correnti occidentali più forti della norma alle medie latitudini.
La conseguenza a questa situazione barica si riflette in inverni umidi sul Nord Europa, secchi ma a volte freddi sul Mediterraneo ed Europa meridionale più facilmente interessati dalle propaggini dell’anticiclone delle Azzorre disteso lungo i paralleli. Più il valore sarà sopra la soglia, maggiore sarà la probabilità di avere anticicloni alle basse latitudini (nell’anno 1989 si è raggiunto il valore positivo record dell’indice NAO).
Generalmente quindi se l’indice prende connotati positivi, l’inverno entrante con buone probabilità risulterà sfavorevole a scambi meridiani verso il bacino del Mediterraneo e le perturbazioni atlantiche saranno confinate alle alte latitudini. Inverni degli anni ’80-’90 in Italia, sono stati caratterizzati da lunghi periodi con poche precipitazioni, assenza di neve e temperature sopra media del periodo, a causa di un indice NAO prevalentemente positivo.
Fase NAO negativa (NAO-)
Se il valore soglia risulta essere inferiore a – 0.5 (< – 0.5), si presenterà una situazione opposta a quanto descritto precedentemente. La riduzione del gradiente di pressione che si viene a creare tra i due centri pressori, provoca oltre ad una minor intensità delle correnti occidentali (westerlies) anche lo shift delle perturbazioni provenienti da ovest verso sud, determinando condizioni opposte alla fase NAO+. Avremo quindi inverni freddi e secchi in Europa settentrionale e inverni molto umidi e talvolta miti sull’Europa meridionale. Importante notare che la fase negativa dell’indice NAO, così come quella dell’indice AO, non garantisce automaticamente inverni freddi e nevosi fino in pianura, ma agisce con buona correlazione sulle precipitazioni, che saranno probabilmente superiori alla norma specialmente sull’Arco Alpino (con abbondanti nevicate), al Nord Italia e sui settori tirrenici.
In ogni caso la situazione di NAO- predispone a maggiore possibilità di innalzamento dell’alta pressione delle Azzorre verso Nord, provocando un’azione di blocking (azione di blocco) del flusso mite occidentale, permettendo uno split meridiano del getto polare in sede mediterranea. Avremo pertanto maggiore probabilità di scambi meridiani e ripetute perturbazioni verso la nostra Penisola. Inverni di questo tipo sono stati presenti durante gli anni ‘60 caratterizzati da frequenti nevicate anche in pianura e temperature generalmente sotto la media stagionale nel trimestre invernale.
Tra gli effetti dell’indice NAO sulla nostra penisola bisogna anche ricordare che valori marcatamente negativi ( indicativamente pari o inferiori a -2) favoriscono una discesa molto occidentale delle perturbazioni che tendono a preferire la Penisola Iberica, con frequenti richiami miti ed umidi sull’Italia. Inverni con queste condizioni risultato molto piovosi, nevosi a quote medio-alte e mediamente più caldi della norma.
Variabilità della NAO
Tendenzialmente l’indice NAO presenta una sua ciclicità che segue periodi medio-lunghi su scala inframensile, interannuale, pluriennale, mutando continuamente.
Dal grafico sotto possiamo vedere questa ciclicità periodica, passando da un periodo di NAO prevalentemente negativa dagli anni ’60 agli anni ’80 per poi passare in fase perlopiù positiva nelle decadi successive con apice all’inizio degli anni ’90. Negli anni 2000 l’indice NAO ha ripreso con più frequenza ad assumere valori negativi con culmine nel valore negativo da record dell’inverno 2009-2010 (freddo e molto nevoso fino in pianura). Nell’ultima decade, invece, ha iniziato un nuovo ciclo assumendo nuovamente valori positivi con inverni decisamente anonimi sul nostro territorio.
Il primo valore mediamente negativo di NAO, dopo tanto tempo, è stato registrato proprio in quest’inverno 2020-2021 accompagnato, come spesso accade, da un indice AO fortemente negativo con valori che non si vedevano proprio dal 2009-2010. Infatti, in accordo con la teoria discussa sopra, quest’inverno finora è stato molto ricco di precipitazioni, ma con temperature miti; la neve è stata abbondante in montagna, ma non in pianura, almeno per ora.
È importante tenere a mente come cicli di NAO positiva non precludono periodi intermedi di NAO negativa e viceversa, proprio a causa della sua dinamicità.
In conclusione il grafico con l’indice NAO negli utili mesi (linea nera) e la previsione per i prossimi 15 giorni (scenari rossi)
A cura di Riccardo Bianchi
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