Storm naming: da Vaia a Ciaran, chi da il nome alle tempeste?

Avrete sicuramente notato che le perturbazioni più intense che interessano l’Europa e il bacino del Mediterraneo vengono associate a un nome, similmente a quanto accade con gli uragani negli Stati Uniti. Vediamo ora come funziona questo programma di denominazione.

In Europa, fin dagli anni cinquanta del secolo scorso, l’Università di Berlino ha sempre associato dei nomi sia alle figure di alta pressione sia alle figure di bassa pressione, senza distinguere in base alle caratteristiche dei fenomeni associati; pensate, è anche possibile pagare per poter far inserire il proprio nome nella lista che verrà utilizzata dall’Università: è proprio il caso della tempesta Vaia, nome legato a Vaia Jakobs, di cui il fratello Ioannis, ha fornito il nome all’Università di Berlino con l’intento di fare un regalo alla sorella. Il nome ”Vaia” è finito nella lista dell’ateneo e poi ha avuto il triste destino di essere associato ad una delle tempeste più terribili che ci hanno interessato nei tempi recenti.

Il progetto di Storm Naming ufficiale

Nel 2013 Eumetnet (Network of European Meteorological Services) ha istituito il progetto di storm naming, per denominare le tempeste più intense, similmente a quanto accade negli USA con gli uragani, creando un gruppo di lavoro che avesse lo scopo di consentire ai vari servizi meteorologici nazionali le tempeste in transito sull’Europa.

Negli anni successivi il progetto è cresciuto, trovando particolarmente favorevoli il Met Office del Regno Unito e Meteo Eireann (Irlanda), nella convinzione che dare una denominazione univoca ed ufficiale aiuti anche a livello di comunicazione durante i contesti spiccatamente perturbati legati alle tempeste.

In seguito anche Meteo-France (Francia), Aemet (Spagna) e IPMA (Portogallo) hanno iniziato su questa strada.

Con l’arrivo sulla Sicilia della tempesta simil-tropicale “Apollo”, dal 28 ottobre 2021 il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare ha iniziato a denominare le perturbazioni più intense che colpiscono l’Italia, inserendosi all’interno del progetto di Storm Naming, in coordinamento coi servizi meteorologici del ”Gruppo Mediterraneo centrale” che include anche ARSO (Slovenia), DHMZ (Croazia), YXMP (Macedonia del Nord), Malta e IHMS (Montenegro).

Perché dare un nome univoco e ufficiale?

Si è dimostrato che la denominazione univoca ed ufficiale, data solamente a perturbazioni di particolare intensità, permette una maggior consapevolezza del maltempo da parte della comunità, migliora quindi di conseguenza l’informazione dei cittadini. Esattamente come accaduto per la tempesta Ciaran di inizio novembre 2023.

Inoltre la fonte ufficiale (istituzionale) produce maggior chiarezza, a differenza dei nomi affibbiati senza criterio come può sovente capitare da parte della stampa o da siti di informazione clickbait, proprio perché si è sicuri che se viene dato un nome alla tempesta da parte dei servizi meteorologici nazionali, significa che ci si trova dinanzi a qualcosa di diverso dalle normali perturbazioni.

Quali criteri per l’assegnazione di un nome?

  • il nome viene attribuito dal servizio meteorologico del paese europeo per primo interessato dalla tempesta.
  • l’area ciclonica dell’evento deve avere un diametro tra qualche centinaio e qualche migliaio di chilometri.
  • la velocità del vento associata alla tempesta deve raggiungere per almeno 6 ore l’intensità di burrasca forte (maggiore o uguale a 76 km/h).

Esempio: la tempesta ”Vaia” provenendo dalle Baleari, colpì prima la Corsica dell’Italia, quindi fu Meteo-France a denominarla. Il nome attribuito fu ”Adrian”, tuttavia con il progetto ancora non consolidato in Italia venne più diffusamente utilizzata la denominazione data dall’Università di Berlino (Vaia, appunto). Ora invece si riesce ad essere molto più chiari e consolidati dal punto di vista dell’informazione fornita. 

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