Uno studio realizzato a livello globale ha analizzato i rischi presenti nelle città e nelle zone urbane connessi con il cambiamento climatico. In linea generale, i rischi sono stimati in aumento nel corso dei prossimi anni.
Quando si parla di cambiamenti climatici l’argomento “soluzioni” non è mai facile. Il cambiamento climatico è un problema molto complesso, e ai problemi complessi difficilmente corrispondono soluzioni semplici.
Appare chiaro però che bisogna valutare anche i rischi connessi con i cambiamenti climatici, anche a seguito dell’impatto delle condizioni meteorologiche sulle nostre aree abitate.
Il CDP (Carbon Disclosure Project) ha realizzato uno studio analizzando 620 città su tutto il mondo, cercando di individuare quali siano i rischi connessi al Climate Change in area urbana, ma anche tentanto di quantificare l’esposizione di tali città al rischio.
Il dato di fatto è che viviamo in un mondo sempre più urbanizzato, tantoché si stima nei prossimi trent’anni un aumento delle persone che vivono in città, con due terzi della popolazione mondiale che vivrà in area urbana.
Per gestire un rischio, è fondamentale cercare di quantificarlo. Questo permette di adottare misure proporzionate alla situazione da affrontare. I principali pericoli affrontati in area urbana, che possono essere a loro volta amplificati dal Climate Change, sono alluvioni, ondate di calore, piogge intense, temperature elevate, siccità.
Si stima che tali rischi potranno essere accentuati negli anni a venire, andando quindi ad impattare sulle zone urbane. Con la crescita sempre più elevata del numero di persone presenti in area urbana, è fondamentale che si valutino le criticità presenti a livello locale, riconducibili ai rischi sopracitati, adottando misure adeguate sia per quelle che possono essere problematiche immediate sia per quelle talvolta considerate “più lontane”.
Non solo rischi meteo-idrogeologici, ma anche “sociali”
Come detto nelle prime righe, il problema è complesso. E difatti lo studio non solo analizza quali sono i rischi connessi ai cambiamenti climatici da un punto di vista meteo-idrogeologico. Viene svolta un’analisi anche sulle conseguenze sociali di queste situazioni.
Le problematiche considerate sono varie, da quelle sanitarie passando per quelle economiche, politiche e più strettamente sociali.
Il punto fondamentale è che più una determinata area è soggetta a povertà, più sarà esposta ai vari rischi. Questo perché verosimilmente, le aree povere del nostro mondo sono quelle che possiedono in partenza un numero minore di mezzi e risorse per prevenire e gestire le situazioni di emergenza. Già oggi, il 19% delle città analizzate segnala rischi accentuati per la popolazione già vulnerabile.
Bisogna quindi considerare la problematica del cambiamento climatico vicina, iniziando a valutare anche i suoi impatti sul nostro territorio. I dati dello studio del CDP non sono particolarmente confortanti in tal senso, con meno della metà delle città analizzate che hanno eseguito valutazioni circa la loro vulnerabilità (46%).
Le città analizzate in Emilia-Romagna
Alcune delle città analizzate appartengono alla nostra regione, l’Emilia-Romagna. Di seguito vediamo le indicazioni dello studio del CDP in merito alle nostre località. Per ciascuna delle città(non solo quelle della nostra regione, ma per tutte quelle che son rientrate nello studio), è stato attribuito un punteggio di rischio da 1 a 35 (1= rischio più basso, 35= rischio più alto).
- Parma: punteggio di rischio pari a 10. Rischi riportati: grandine, piogge intense, ondate di caldo, siccità, esondazioni dei fiumi.
- Reggio Emilia: punteggio di rischio pari a 4. Rischi riportati: piogge intense, temperature elevate.
- Bologna: punteggio di rischio pari a 8. Rischi riportati: piogge intense, ondate di caldo, allagamenti/alluvioni, frane.
- Ferrara: punteggio di rischio pari a 7. Rischi riportati: ondate di caldo, siccità, piogge intense.
- Ravenna: punteggio di rischio pari a 6. Rischi riportati: ondate di caldo, esondazioni dei fiumi, mareggiate.
- Rimini: punteggio di rischio pari a 1. Rischi riportati: piogge intense.
In conclusione è opportuno effettuare due puntualizzazioni. La prima riguarda il punteggio di rischio, che potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Difatti alcuni potrebbero sentirsi tranquilli leggendo un rischio basso. In realtà, alla presenza di un rischio deve conseguire l’adozione di misure per ridurlo e prevenirlo. Diversamente, i suoi effetti potrebbero comunque amplificarsi e gli eventi diventare sempre più deflagranti.
La seconda invece è relativa ai rischi riportati. Essi sono i principali, ma non gli unici e ciò non significa quindi che quelli non menzionati in una determinata località non possano comunque presentarsi. È il caso ad esempio della grandine, menzionata nell’analisi di Parma, ma che comunque può benissimo rientrare nella casistica di Reggio Emilia, provincia confinante, o delle altre città della nostra regione(e non solo).
Il messaggio da cogliere è il seguente: i cambiamenti climatici potranno accentuare l’impatto dei fenomeni sul nostro territorio, un impatto che già è molto elevato a causa del dissesto idrogeologico, di un territorio talvolta poco curato e della cementificazione in continuo aumento. Bisogna quindi compiere le dovute valutazioni per mitigare i rischi presenti, onde evitare di trovarsi in futuro ad affrontare situazioni ben peggiori.