Continua ad indebolirsi la Corrente del Golfo, che secondo le ultime ricerche è al suo minimo considerando gli ultimi mille anni. Ecco le possibili conseguenze in Europa legate a questa crisi in gran parte dovuta al Riscaldamento Globale.
La Corrente del Golfo è la circolazione termoalina che interessa le acque superficiali e profonde dell’Oceano Atlantico: dal Golfo del Messico acque calde e superficiali scorrono verso nord, raffreddandosi man mano e divenendo maggiormente dense. Questa situazione fa si che da superficiali diventino profonde, tornando poi a scorrere verso sud.
A causa del Riscaldamento Globale e quindi al generale aumento delle temperature, nei tempi recenti la fusione dei ghiacci ha portato all’immissione in oceano di acque dolci. Viene quindi ridotta la salinità (e la densità) dell’acqua, che perde la capacità di inabissarsi a livelli profondi e di favorire quindi la circolazione sopra descritta.
Proprio per questo motivo la circolazione termoalina sta subendo un rallentamento sempre più marcato e secondo uno studio pubblicato su Nature, è al suo minimo nell’ultimo millennio.
Quali conseguenze in Europa?
L’Europa risentirebbe di questa anomalia, con i principali sviluppi legati all’influenza della circolazione termoalina sulle configurazioni bariche presenti.
Potrebbero aumentare i pattern di tipo meridiano, con ondate di calore più consistenti per l’espansione dell’anticiclone in maniera significativa verso l’Europa, così come, nella stagione invernale, la discesa di masse d’aria fredda da nord.
I ricercatori prevedono che se il riscaldamento globale continuerà con questo andamento, la circolazione termoalina potrebbe ridursi da circa il 34% al 45% entro la fine di questo secolo. Questo potrebbe portarci ad un “punto di non ritorno” in cui il sistema potrebbe diventare irrevocabilmente instabile.
Non tutti gli studi vanno nella medesima direzione
Uno studio disponibile su Copernicus indica infatti come non vi sia un trend così forte, con l’andamento legato anche a variabilità climatiche interannuali. Tuttavia è importante sottolineare come questo studio vada ad analizzare un periodo più ristretto e quindi non è probabilmente in grado confrontare la situazione con un periodo più lungo.