Emilia-Romagna: il deficit idrico persiste. Servono piogge

Dopo un Inverno 18/19 piuttosto secco ed un Marzo caldo e siccitoso, le piogge delle prime due decadi di Aprile hanno in parte contribuito a non aggravare il rischio siccità in vista dell’Estate, ma non l’hanno di certo scongiurato.

Aprile 2019: bentornata pioggia

A seguito di mesi meteorologicamente caratterizzati da Alta Pressione, tempo stabile e clima secco, con l’avvento del mese di Aprile le precipitazioni, sia piovose che nevose, sono tornate ad interessare il territorio dell’Emilia-Romagna. Un vero e proprio sospiro di sollievo per i terreni e le falde acquifere della regione: la situazione, infatti, stava divenendo preoccupante in vista della futura stagione estiva, considerato il periodo statisticamente meno piovoso dell’anno.

Le piogge sono tornate ad interessare il territorio regionale grazie al transito di numerose perturbazioni atlantiche, le più significative in termini di accumulo quelle del 4/5 e del 14 Aprile.
Gli accumuli pluviometrici sono risultati localmente ingenti in Appennino. Vediamo le cinque località più piovose da inizio mese:

  1. Lagdei (PR) con 289 mm;
  2. Ospitaletto (RE) con 205 mm;
  3. Bosco di Corniglio (PR) con 201 mm;
  4. Civago (RE) con 188 mm;
  5. Monteacuto delle Alpi (BO) con 162 mm.

Rapporto idrico: il deficit persiste

Pur considerando la piovosità nella norma o leggermente superiore ad essa delle prime due decadi di Aprile, il rapporto idrico per ciò che concerne la regione Emilia-Romagna rimane “in rosso“: servono nelle prossime settimane nuove precipitazioni in grado di sanare il deficit idrico presente.

A sostegno di tale auspicio vi mostriamo la mappa sulla disponibilità idrica regionale di Arpa ER aggiornata al 17/04: le aree in verde sono quelle con precipitazione cumulata nella norma, quelle in arancione ove essa è al di sotto della norma. Salta subito all’occhio come sui settori centro-orientali persista il deficit pluviometrico che, al contrario, è stato momentaneamente sanato in Emilia occidentale.

Il colore dei pallini indica invece la portata dei fiumi e corsi d’acqua: risulta, purtroppo, al di sotto della media in quasi tutte le zone della regione.

La colorazione dei quadratini entro cui sono rappresentate, con diverse lettere, le aree di suddivisione della mappa, indica invece il bilancio idroclimatico: anch’esso è in negativo nel 90% del territorio, con la sola eccezione della zona “G” (interno parmense e piacentino).

Il fiume Po ha ancora sete

Le piogge che a fasi alterne hanno contraddistinto la prima parte del mese di Aprile non hanno contribuito a risolvere la situazione di secca a cui è ridotto il “grande fiume” del Nord Italia: il Po fa registrare una portata veramente scarsa rispetto alle annate precedenti, solo in parte accresciuta dalle precipitazioni delle ultime settimana.

La situazione resta critica e da monitorare in vista della stagione estiva: i dati ed i grafici che ora vi mostreremo inquadrano più di ogni altro discorso la condizione del corso d’acqua più importante d’Italia. Una piccola accortezza per la comprensione: la linea nera indica la portata del 2019, quella viola la portata del 2018 e la linea verde indica la portata media.

Portata a Piacenza

Le rilevazioni di portata (in m3/secondo) del Po a Piacenza mostrano un discreto deficit rispetto alla media (linea verde): 444 m3/s contro una media di 1559 m3/s.

Portata a Boretto (RE)

Le rilevazioni di portata (in m3/secondo) del Po a Boretto (Reggio Emilia) evidenziano anche qui un deficit: 805 m3/s registrati contro una media di 1270 m3/s.

Portata a Pontelagoscuro (FE)

Infine le rilevazioni di portata (in m3/secondo) del Po a Pontelagoscuro (Ferrara) confermano il trend delle due precedenti località: deficit idrico marcato con 1123 m3/s contro una media di 1559 m3/s.

I dati parlano da soli: urgono nuove precipitazioni per la terza decade di Aprile e per il mese di Maggio, affinchè il rischio siccità venga scongiurato. Ora la palla passa all’atmosfera: vedremo che cosa ci regalerà.