La previsione dei temporali è sicuramente tra le più complesse, nonché probabilmente più interessanti per il previsore. Parliamo ora in breve della fenomenologia temporalesca e degli indici termodinamici utili alla previsione.
I temporali sono senza dubbio uno dei fenomeni atmosferici che da sempre attira l’attenzione dell’uomo, sia per l’intensità con cui spesso si manifestano sia per la potenza che essi esprimono.
Si tratta tuttavia di fenomeni atmosferici che possono risultare pericolosi, specialmente senza un’adeguata prevenzione del rischio, nonché per la loro localizzazione e rapida evoluzione.
Ricordiamo infatti, che il pericolo non è solo rappresentato dalle fulminazioni, troppo spesso sottovalutate(ad esempio, è frequente leggere di persone rimaste sulla spiaggia in estate con il temporale nelle vicinanze), bensì anche dalle intense precipitazioni.
Il temporale, per sua natura, è un fenomeno tendenzialmente localizzato e a rapida evoluzione, di conseguenza può colpire aree limitate in breve tempo.
Non sono rare le occasioni in cui, nel giro di pochi chilometri, si è passati da un accumulo importante ad essere all’asciutto. Questo rende il temporale assolutamente impattante a livello idrogeologico, specialmente in un territorio come l’Italia che risulta molto vulnerabile.
Una previsione complessa
È proprio a causa delle caratteristiche descritte sopra che la previsione dei temporali risulta complessa. Difatti, per la modellistica, è molto più difficile individuare la formazione e la localizzazione di questi fenomeni piuttosto che di estesi fronti perturbati.
Tra i vari parametri da analizzare durante la fase di previsione, vi sono gli indici termodinamici.
La maggior parte di essi nasce negli USA, e di conseguenza essi sono molto più attendibile nel paese d’origine, tuttavia si hanno buoni riscontri anche in Italia.
Gli indici termodinamici sono utili a descrivere la predisposizione dell’atmosfera alla genesi di fenomeni temporaleschi. Tuttavia è bene ricordare come essi non siano un qualcosa di assoluto: i temporali possono formarsi anche in presenza di indici scarsi se son presenti altre condizioni che rendono l’atmosfera instabile.
Lifted Index (LI): serve a comprendere la possibilità di temporali intensi. Esso è la differenza tra la temperatura a 500hPa in libera atmosfera a cui viene sottratta la temperatura di una particella a 500hPa dopo che essa è stata sollevata dal suolo. Valori negativi corrispondono ad atmosfera instabile.
- > 2 assenza di temporali
- 0 e 2 possibilità di isolati temporali
- -2 / 0 temporali abbastana probabili
- -4 / -2 possibilità di temporali forti
- < -6 temporali forti abbastanza probabili
Altri indici utili
SWEAT (Severe Weather Threat Index): studiato negli USA, è utile per prevedere la possibilità di fenomeni intensi che possono generare anche tornado. Da ricerche statunitensi, valori prossimi a 300 indicano la buona probabilità di fenomeni intensi; se superiori a 400, non è esclusa l’eventualità di trombe d’aria.
K Index (Indice di Whiting): esso valuta l’instabilità della massa d’aria valutando i parametri nella medio-bassa troposfera, ossia tra 850 hPa e 500 hPa (tra 1500 e 5500 metri). Dato che il K Index riguarda grandezze relative a temperatura e umidità in media e bassa troposfera, si applica bene nell’instabilità di tipo frontale e di conseguenza è probabilmente quello che da i migliori riscontri insieme al Lifted Index.
EHI (Energy Helicity Index): l’utilità di questo indice è quella di stimare la probabilità di innesco di supercelle e della loro propensione a generare tornado. Si tratta di un indice studiato negli USA e che talvolta nel nostro territorio non si dimostra molto attendibile.
Insomma, già da questo articolo possiamo capire come la previsione dei temporali sia quasi un mondo a parte!
Essa oltre ad essere complessa, vede in gioco tantissimi parametri, che qui abbiamo dovuto omettere anche perché ci vorrebbe un articolo per parlare di ciascuno di essi!
Il messaggio da cogliere è il seguente: data la rapida evoluzione dei temporali, nonché la loro difficile individuazione al chilometro, se ci si trova in prossimità di uno di essi, è sempre bene correre ai ripari ed essere prudenti. Sono purtroppo frequenti, leggendo la cronaca, casi di imprudenza che spesso si son rivelati fatali.