La grandine: conosciamola meglio per evitare i danni

Nel periodo estivo ci capita frequentemente di parlare della grandine. Ma come si forma? È prevedibile? E come possiamo cercare di evitare i danni? Parliamone in questo approfondimento.

Le grandinate si verificano al di sotto dei cumulonembi, dunque al di sotto delle nubi temporalesche, e si realizzano frequentemente in un lasso temporale che va da Marzo ad Ottobre : questo per il fatto che il periodo si presta al contrasto fra masse d’aria differenti, il cui scontro costituisce l’innesco per i temporali.

La grandine è quindi uno dei fenomeni accessori del temporale, insieme alle fulminazioni, alle raffiche di vento e ai fenomeni vorticosi.

Si forma grazie all’azione delle correnti ascensionali presenti all’interno del cumulonembo: queste inducono le goccioline d’acqua in sospensione a salire di altitudine incontrando, chiaramente, temperature sempre più basse. Raggiunta una certa quota le goccioline solidificano ed ecco che si forma il chicco di grandine. Tanto più le correnti saranno forti tanto più i chicchi presenteranno bordi irregolari e dimensione via via maggiori.

Arriveremo ad un momento in cui le correnti ascensionali non saranno più in grado di sopportare il peso del chicco di grandine che, per gravità, verrà rilasciato in direzione del suolo. Il rilascio è talmente rapido che il processo di fusione non riuscirà ad impedire che il chicco raggiunga il suolo ancora allo stato solido (grandine).

Radar e osservazione in tempo reale

radar possono aiutarci nell’osservazione dei temporali in tempo reale e, con un minimo di dimestichezza, possono anche aiutarci a rilevare l’eventuale presenza di grandine nel rovescio. Nelle immagini che verranno fornite si potrà notare come nei temporali più intensi la riflettività del radar assuma colorazione rosso scura o talvolta viola: questo è un segnale inequivocabile del fatto che il temporale stia rilasciando grandine al suolo.

Rimane comunque un fenomeno scarsamente prevedibile in fase di analisi: vi sono degli indici che possono aiutare a individuare le aree che possono vedere i fenomeni temporaleschi più intensi, e quindi la probabilità di grandine più elevata. Tuttavia non è possibile indicare nei bollettini la presenza o meno di quest’ultima.

A colpo d’occhio

Benché per gli esperti non si possa prescindere dall’osservazione delle piattaforme radar, la grandine può anche essere individuata “ad occhio”, sfruttando il cielo. Nel momento in cui il muro di pioggia del temporale in avvicinamento presenta una colorazione leggermente verdognola (tendente al verde), allora è quasi certo che il temporale sia munito di grandine.

Questo è l’esempio fornito dall’immagine di copertina dell’articolo. Il gioco sta tutto nella rifrazione luminosa.

Imparare a osservare il cielo, ma soprattutto l’immagine radar, che peraltro forniamo anche sul nostro sito, può essere importante per prevenire i danni da grandine. Il monitoraggio in tempo reale rappresenta uno degli strumenti principali di prevenzione.

Articolo a cura di Mattia Lanzi.

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