Neve da addolcimento: un classico della Pianura Padana

Tra i vari tipi di nevicate che possono intervenire durante i mesi freddi, molti dei quali già approfonditamente trattati in pagina, è utile menzionare anche le cosiddette nevicate da cuscinetto freddo o nevicate d’addolcimento.

COSA SONO?

Queste nevicate traggono la loro origine dal passaggio di una perturbazione (generalmente di origine Atlantica) che incontra dell’aria fredda intrappolata nei bassi strati della Pianura Padana. L’aria fredda resta intrappolata nei bassi strati perché la caratteristica della nostra pianura è quella di essere circondata dalle Alpi e dalla catena Appenninica, favorendo così il ristagno di aria fredda a seguito, ad esempio, di un’irruzione continentale da Est.

DINAMICA

Affinché si verifichi questo tipo di nevicata le condizioni fondamentali sono due:

  1. Un’irruzione fredda verificatasi nel recente passato.
  2. Il successivo ingresso di una depressione, generalmente di origine atlantica.

Rispettate queste due condizioni di partenza, l’ingresso della perturbazione atlantica, caratterizzata da aria più calda e umida in quota, incontra aria più secca e fredda al suolo. Questo provoca la formazione delle precipitazioni, spesso abbondanti in questo tipo di dinamiche, che risultano nevose fintanto che le condizioni favorevoli alla neve sui nostri territori riescono a mantenersi. Questo dipende dall’entità dell’irruzione fredda e dal periodo dell’anno in cui si verifica. Una nevicata d’addolcimento tardo-invernale, difficilmente dura più di 6-12 ore, più durature possono risultare queste dinamiche nella prima parte della stagione invernale, con le giornate ancora molto corte.

1 MARZO 2018

Uno degli esempi più calzanti avvenuto nel recente passato è proprio l’evento che ha caratterizzato la nostra regione a cavallo tra la fine di Febbraio e l’inizio di Marzo 2018. Come si può osservare dalle cartine riportate qua sotto, a partire grossomodo dal 25 Febbraio, si assiste all’ingresso di una vasta massa d’aria continentale da est/nord-est. Questa risulta aria prevalentemente secca, che determina scarse precipitazioni in genere, se non sui settori del medio-alto versante Adriatico per effetto ASE (Adriatic Snow Effect).
In quota entrano isoterme fino a -12/-14°C a 850 hPa, fino a -20°C in corrispondenza dell’arco alpino.

Tra gli ultimi giorni del mese e l’inizio del mese di Marzo l’aria fredda orientale, interagisce con una depressione posizionata a livello della Penisola Iberica e con la formazione di un minimo in corrispondenza della Valle del Rodano.

Questa situazione normalmente prevede il richiamo di aria caldo-umida da sud-ovest accompagnata da precipitazioni, specie sui settori occidentali della regione. In questo caso, come ben visibile dalla quarta mappa riportata qua sotto, la Pianura Padana ha trattenuto in modo eccellente l’aria fredda per almeno 3-4 giorni a seguito dell’irruzione fredda, e ha fatto in modo che le precipitazioni risultassero nevose su tutto il territorio regionale nella prima fase del peggioramento.

Successivamente la neve ha gradualmente ceduto il posto alla pioggia sui settori orientali, a causa dell’ingresso di aria più calda in quota, mentre sui settori occidentali ha continuato a nevicare fino a tarda serata.
Nella giornata successiva, 2 Marzo 2018, l’aria fredda sul catino padano era ormai esaurita e, infatti le precipitazioni sono risultate piovose su tutto il territorio regionale.
Da qui deriva l’importanza di questo fenomeno per i nostri territori, specie per la parte occidentale della regione. Questo infatti è in grado di regalare nevicate anche abbondanti con temperature in quota anche superiori allo zero ma con il freddo residuo che non permette al fiocco di fondere prima di raggiungere il suolo. Il processo prosegue fino ad esaurimento del serbatoio freddo, la cui durata come detto, dipende dal momento della stagione e dalla quantità di freddo che era stato accumulato.

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