Siccità: come stanno realmente le cose

Il 2020 è iniziato all’insegna di perduranti condizioni di stabilità, con poche occasioni per vedere piogge e nevicate consistenti nella nostra regione. Si inizia già a parlare di siccità, tuttavia è bene precisare alcune cose. Parliamone insieme.

Partiamo dal presupposto già illustrato nel precedente articolo: il mese di Gennaio e questi primi venti giorni di Febbraio sono risultati avari di precipitazioni.

Dal grafico notiamo che esse son risultate particolarmente inferiori rispetto alla norma, con un -60% rispetto ai dati di riferimento 1991-2018.

Anche il mese di Febbraio sta risultando povero di instabilità, con piogge pressoché assenti e scarso innevamento sui settori appenninici, laddove il manto nevoso al suolo risulta ridotto o assente.

Tuttavia, grazie alle abbondanti piogge di Novembre e di inizio Dicembre, almeno sulla nostra regione (ma in gran parte dell’Italia settentrionale e centrale), le riserve idriche sono ancora in buono/ottimo stato.

La grafica ci viene in aiuto nel comprendere come la disponibilità idrica sia sopra la media o in media su tutta l’Emilia-Romagna. Notiamo tuttavia una decisa riduzione della portata dei fiumi, associata alla carenza di precipitazioni.

Nel complesso, le portate medie mensili, riferite a Gennaio 2020, defluite nel reticolo idrografico emiliano-romagnolo sono risultate inferiori o decisamente inferiori alle medie storiche del periodo. Tale situazione la riscontriamo anche oggi sui principali corsi d’acqua.

In conclusione, come stanno realmente le cose?

Parlare di siccità, soprattutto generalizzando il contesto gridando all’emergenza, è attualmente prematuro. A livello di risorse idriche non si riscontrano problemi. Diverso se parliamo di precipitazioni, delle quali comunque se ne sente il bisogno, anche se non è possibile prevedere l’andamento pluviometrico dei prossimi mesi. Inutile quindi fomentare allarmismo sulle possibili evoluzioni future, anche alla luce dell’Indice SPI.

L’indice SPI è uno degli indicatori più diffusi per il monitoraggio della siccità a diverse scale temporali.  L’indice SPI ha, inoltre, il vantaggio di essere basato sull’utilizzo dei soli dati di precipitazione e di rendere confrontabile tra di loro regioni caratterizzate da regimi climatici diversi.

Sia nel calcolo temporale a 6 mesi che a 12 mesi, l’indice SPI denota condizioni prevalentemente normali (SPI a 6 mesi), o di leggera abbondanza (SPI a 12 mesi), con dati riferiti all’Emilia-Romagna.

Di conseguenza non si può dire al momento che in Emilia-Romagna vi siano condizioni di siccità idrologica. 

Allargando lo sguardo a livello nazionale, i settori che rilevano le principali criticità sono il versante Adriatico centro-meridionale, la Sicilia occidentale e la Sardegna. Altrove le riserve idriche dei suoli risultano in ottimo stato.

Questo per farci capire che abbiamo di fronte a noi l’ennesimo esempio utile a mostrarci come sia opportuna una comunicazione puntuale e ponderata, nonché un’opportuna gestione del territorio e delle risorse che possa rendere meno impattante il contesto meteorologico e climatico sulle varie attività che ne rimangono coinvolte e, talvolta, danneggiate.

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