Avvistato squalo elefante lungo 7 metri al largo di Ravenna | VIDEO

Un eccezionale incontro ravvicinato con uno squalo elefante di circa 7 metri. L’esemplare non è pericoloso per l’uomo ma è raro incontrarlo nei nostri mari. Ecco l’intervista all’autore del video Giacomo Vincenzi.

 

Come è avvenuto l’incontro?

Siamo partiti per una battuta di pesca in altura a largo delle coste romagnole. L’equipaggio era formato da Davide Vassura, Alberto Saltarelli, Giovanni Scala ed io Giacomo Vincenzi. Eravamo in navigazione verso le zone di pesca e dopo poche miglia è avvenuto l’incontro, più unico che raro. Tanto raro che molti pescatori e uomini di mare, dopo anni passati tra le onde, non ne hanno presenziato.

Di che esemplare si trattava?

All’ inizio tutti pensavano fosse un pesce luna, il cui incontro capita spesso in quelle acque. Ma dopo aver smaltito l’abbrivio, ci siamo avvicinati lentamente. La sagoma del pesce era sempre più definita, sempre più grande. C’è da dire che pesci di quella mole, sono difficili da avvistare a 10 miglia dalla costa. Soprattutto in Adriatico il mio mare di appartenenza, sempre più devastato dalla pesca a strascico.
Inizialmente si intravedeva una solo pinna quella dorsale, poi ad un tratto ecco emergere quella caudale. Le varie ipotesi si sintetizzarono su un unica tesi, eravamo davanti ad uno squalo. Si uno squalo, ma non il tipo di squalo dell’immaginario comune. Non un predatore dalle grandi mascelle cernite di denti affilati. Davanti a noi c’era uno squalo pacifico, lento e un po’ goffo nei movimenti, dall’ aspetto quasi preistorico. Era uno squalo elefante, che sfruttando della sospensione di plancton e krill, causato dalle correnti circolari, si nutriva.

Quali erano le dimensioni?

Le dimensioni erano ragguardevoli tanto che passandogli di fianco era lungo poco meno della barca. Circa sette metri di lunghezza, girava con le fauci aperte e le branchie allargate per filtrare l’acqua ricca di nutrienti. Sul muso si notava la protuberanza da cui esso prende il nome, e le mascelle prive di denti di color bianco acceso che risaltavano con il color del mare. L’apertura bracciale era di un metro e mezzo abbondante, e si muoveva sinuosamente a pelo d’acqua come se volasse nel blu. L’emozione era tanta sapendo che mai più poteva capitarci un incontro del genere. Dopo una mezzora passata in compagnia dello squalo elefante assecondandolo, per concederci qualche scatto e ripresa, siamo ripartiti per giungere sugli spot di pesca.

Cosa ti ha lasciato questo raro incontro?

Beh da profondi amanti del mare un incontro del genere riempie di gioia e soprattutto chi ricorda che dobbiamo rispettare queste creature. Dobbiamo batterci per salvaguardare i nostri mari e i suoi abitanti, vittime di un mondo che ha fatto degli oceani una discarica. Di una specie che per il suo progredire sfrenato sta distruggendo il pianeta che gli ha dato la vita.

Ringraziamo per il video e l’intervista Giacomo Vincenzi.