Sarà un finale di 2021 e un inizio di 2022 all’insegna del caldo anomalo per quanto riguarda le nostre montagne. Diverso il discorso sulle pianure dove la frequente presenza di strati nebbiosi ridurrà l’escursione termica.
Dopo che il fine settimana natalizio ha visto una serie di impulsi instabili con piogge sparse e un contesto mite, gli ultimi giorni del 2021 vedranno il progressivo consolidamento di un promontorio di matrice africana.
Il contesto termico sarà quindi decisamente caldo per il periodo sul nostro Appennino, dove sono previsti circa 10 gradi a 1500 metri e fino a 14-16 gradi su aree collinari emiliane e dell’entroterra romagnolo. In tali settori vi sarà infatti un buon soleggiamento.
Lo stesso non si può dire invece per pianura e costa, dove saranno frequenti le nebbie, in parziale sollevamento diurno e via via più consistenti man mano che il promontorio stazionerà sui nostri settori. La probabilità di diradamento diurno andrà quindi diminuendo proprio in prossimità di San Silvestro e Capodanno. In tali settori le temperature massime non dovrebbero andare oltre gli 8-10 gradi, valori sempre più alti della media ma non così anomali come quelli dei rilievi.
Farà quindi più caldo in Appennino che a bassa quota, con un’accentuata inversione termica; inoltre l’avvezione calda in quota farà salire lo zero termico fin sui 3500 metri.
Le giornate più calde dovrebbero essere quelle di giovedì 30 e venerdì 31 dicembre, con stazionarietà sabato 1 gennaio. Poi probabile calo termico grazie al transito di una veloce onda depressionaria che andrà ad indebolire il campo di pressione.
Fusione del manto nevoso in Appennino e accumulo degli inquinanti in pianura
Le temperature così miti favoriranno una marcata fusione del manto nevoso presente in Appennino, già particolarmente ridotto negli ultimi giorni, quando la pioggia è caduta fin sulle vette.
Si tratta pertanto di una situazione critica per il turismo invernale e in generale per le nostre montagne che perderanno buona parte della neve residua.
Inoltre la presenza di un promontorio anticiclonico così consolidato, con assenza di ricambio d’aria e nebbie, favorirà l’accumulo degli inquinanti nelle aree di pianura, dove la qualità dell’aria peggiorerà sensibilmente.
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