Un inizio di Febbraio difficile per l’Emilia-Romagna: una regione che dapprima, nel periodo a cavallo fra fine Gennaio e i primi giorni del nuovo mese, venne interessata da ondate di freddo con neve anche in pianura, subì, nell’area Romagnola una vera e propria alluvione a cavallo tra il 5 e il 6 Febbraio 2015.
Alluvione e mareggiate in Romagna:
Alluvione di Giovedì 5 Febbraio: cerchiamo di realizzare una ricostruzione dei fatti che spieghi quali sian state le cause principali dell’alluvione che ha colpito la Romagna durante la scorsa settimana.
- Sul mar Tirreno si forma una bassa pressione di 990 hPa (“etto Pascal”) che richiama aria fredda artico-continentale, creando così le condizioni ideali per l’attivazione di forti venti di Bora, provenienti da nord-est (NE), i quali hanno soffiato nella notte fra Mercoledì 4 e Giovedì 5 Febbraio con raffiche molto severe da Ravenna a Rimini: a Torre Pedrera, località del nord riminese, la raffica massima registrata è stata di ben 107 km/h.
- Le raffiche tuttavia han rappresentato solo uno dei fattori che han favorito il nascere di una situazione così critica: difatti, è necessario considerare anche il fenomeno dell’alta marea, la quale ha contribuito all’innalzamento medio del livello del mare che, sferzato dalla Bora, ha dato luogo a una severa mareggiata sul litorale Romagnolo.
- Ai danni agli stabilimenti balneari dovuti alla mareggiata si aggiungono però anche quelli provocati dalle abbondanti piogge che han interessato pianure e colline: vi forniamo i dati più rilevanti riguardo agli accumuli registrati in appena 36-48 ore fra Giovedì 5 e Venerdì 6 Febbraio: Santarcangelo di Romagna (RN) ha registrato 184.3 mm, San Leonardo (FC) 173.7 mm, Roncofreddo (FC) 169.9 mm, Forlì(FC), 169,2 mm. L’alluvione è stata quindi senza dubbio favorita dalle intense precipitazioni, con accumuli molto importanti su tutto il nostro territorio; per comprendere quanto siano risultati di gran rilievo tali valori, è sufficiente considerare che la piovosità media per il mese di Febbraio a Forlì è di 40 millimetri, a fronte dei quasi 170 mm di cui sopra, praticamente 4 volte la piovosità media mensile.
- Non solo piogge torrenziali e mareggiate, ma anche forti nevicate, come quelle che hanno interessato fra Giovedì e Venerdì l’Appennino romagnolo oltre i 600-700 m, con temperature attorno o leggermente al di sopra dello zero: condizioni che hanno certamente contribuito alla veloce fusione delle nevi stesse e alla loro confluenza nei principali fiumi e torrenti delle valli. Fiumi che, a causa dell’azione combinata della neve in fusione sui monti e delle piogge alle quote inferiori, hanno visto salire repentinamente il loro livello idrometrico, tanto da correre il rischio di straripamento per i corsi d’acqua Marecchia e Uso.
La conta degli ingenti danni
Seppur i fiumi si siano mantenuti all’interno dei loro argini, la conta dei danni in seguito all’alluvione è risultata purtroppo significativa. Frane, dovute ai terreni impregnati dall’acqua, si sono verificate in Alta Valmarecchia (entroterra riminese), soprattutto nella località di Novafeltria. Allagamenti diffusi hanno interessato le provincie di Forlì-Cesena e Ravenna. Emblematiche le immagini di Forlì, ove ricordiamo sono caduti ben 160 millimetri d’acqua nell’arco di appena 48 ore, e Cesenatico la quale, a causa della mareggiata, è finita sotto 50 cm d’acqua. Nella zona del molo molte imbarcazioni sono state trasportate via, sospinte dalle onde. Non è solo Cesenatico, però, a dover fare la conta dei danni sulla costa romagnola: anche la riviera riminese e quella ravennate sono state interessate da tanti disagi: a Ravenna il mare in burrasca ha causato la rottura di molti attrezzi turistici utilizzati nel periodo estivo, mentre tra San Giuliano e Riccione, nel riminese, molte barche attraccate al molo sono rimaste danneggiate.
Neve in Emilia
Contestualmente, grazie a temperature più basse, in Emilia è nevicato fino a quote di pianura. Gli accumuli sono risultati significativi e probabilmente da record per intensità e accumulo nel giro di poche ore tra bassa pianura Cremonese, Parmense e Reggiana. In queste aree, dove la nevicata è iniziata tardivamente a causa delle temperature, si sono accumulati circa 50cm nella sola notte tra il 5 e 6 febbraio.
Da segnalare due caratteristiche:
-la qualità della neve è risultata bassa. Si è trattato di neve molto bagnata che ha causato diversi danni ad esempio tralicci della luce caduti, coperture di alcuni tetti sfondate.
-tra le zone di Faenza e Imola prima è nevicato e successivamente piovuto incrementando così i disagi a causa di neve molto pesante.
Foto e video dalle zone colpite
Concludiamo l’articolo con un reportage di foto e video.