Dopo il maggio 2023, un nuovo intenso evento meteorologico ha interessato la Romagna, con accumuli di pioggia record che hanno prodotto nuove gravi criticità sul territorio.
Nella seconda decade del mese di settembre, un ciclone mediterraneo denominato Boris si è approfondito dapprima sul Golfo Ligure transitando sul nostro territorio tra l’11 e il 13 settembre poi, dopo essere giunto nell’Europa centro-orientale, con moto retrogrado è rientrato verso il bacino del Mediterraneo a partire dal 16 settembre.
Ritornato sul Mediterraneo ha subito una nuova intensificazione, favorita anche dalle elevate temperature dei nostri mari, portando condizioni di tempo fortemente perturbato sulle regioni adriatiche e di conseguenza anche sulla Romagna.
Le prime precipitazioni si sono verificate martedì 17 settembre, di intensità debole-moderata e pressoché continuative sulle province romagnole, con accumuli medi intorno a 50 mm nelle prime 24 ore. Le piogge sono risultate persistenti anche nella giornata seguente, estendendosi in forma meno intensa anche alle province emiliane, con qualche ridotta pausa sull’entroterra riminese. Dal tardo pomeriggio di mercoledì 18 settembre i fenomeni si sono ulteriormente intensificati, assumendo carattere temporalesco persistente e hanno interessato in maniera costante per 3-5 ore le aree collinari e montane della Romagna, dove gli accumuli hanno subito un rapido incremento.
Sulla base dei dati di Arpae si segnalano i 45.6 mm/h a San Cassiano sul Lamone e i 36.8 mm/h a Modigliana (bacino del Montone); degne di nota anche le cumulate triorarie di 66 mm/3 ore a Casoni di Romagna (bacino dell’Idice) e 55 mm/3 ore a Casola Valsenio (bacino del Senio).
Nuovi impulsi di precipitazione, più attenuati, hanno coinvolto le stesse aree anche nella giornata del 19 settembre, con una progressiva attenuazione dal pomeriggio-sera.
Gli accumuli più elevati dell’evento
La località di San Cassiano sul Lamone (RA) ha visto gli accumuli più elevati dell’intero evento, pari a 360 mm di cui 285 mm caduti in sole 24 ore (18 settembre). Seguono Modigliana (FC) con 335 mm, Casola Valsenio con 327 mm e Brisighella con 323 mm.
Tra i principali centri urbani si segnalano i 233 mm registrati a Rimini (Ausa) e i 218 mm di Forlì.
Anche osservando la mappa, si nota come sull’entroterra romagnolo delle province di Ravenna e Forlì-Cesena si siano registrati accumuli diffusi superiori ai 200 mm, con picchi di 250-300 mm. Piogge particolarmente abbondanti anche sulla zona di pianura e di costa, dove si sono superati i 150-200 mm, con allagamenti diffusi nelle aree urbane costiere per le difficoltà di smaltimento delle acque ad opera dei sistemi fognari e dei piccoli canali.
Nel complesso gli accumuli totali di questi tre giorni sono superiori agli eventi di maggio 2023 (considerati singolarmente).
Una differenza importante rispetto agli eventi di maggio 2023, riguarda l’intensità delle precipitazioni: nell’evento alluvionale di maggio 2023 si registrarono piogge persistenti con intensità prevalentemente moderata (non superiori a 10 mm/ora), mentre tra il 17 e il 18 settembre 2023 si sono frequentemente superati i 30 mm/h. Inoltre gli incrementi sulle cumulate più significativi, si sono registrati in particolare durante la fase temporalesca del pomeriggio-sera del 18 settembre. Proprio questa predominanza della componente temporalesca delle precipitazioni ha reso le intensità orarie molto più alte rispetto al maggio 2023 (quando i fenomeni temporaleschi furono pressoché assenti o comunque limitati sia nel tempo sia nello spazio).
Sulla base dei dati Arpae, le precipitazioni occorse nelle 48 ore dell’evento di settembre 2024 hanno superato i massimi storici dal 1961.
Queste piogge intense e persistenti hanno provocato piene significative in particolare nei bacini di Idice, Sillaro, Santerno, Senio, Lamone e Montone, dove è stata ampiamente superata la soglia rossa (soglia 3) e si sono verificati sia sormonti di argine sia vere e proprie rotture arginali, con conseguente inondazione delle aree urbane ed extraurbane limitrofe, in particolare nella provincia di Ravenna. In particolare, come riportato da Arpae, nei tratti vallivi i livelli idrometrici si sono mantenuti superiori alla soglia rossa per oltre 10 ore consecutive e questo non ha fatto altro che incrementare la sollecitazione degli argini.
Criticità lungo la costa e dissesti idrogeologici
Durante l’evento si è verificata una mareggiata rilevante lungo la costa, al largo della quale l’onda ha mantenuto per circa 26 ore consecutive un’altezza significativa superiore ai 2 metri, con un massimo di 2.56 m nella serata del 17 settembre. Contestualmente, si è registrato un livello del mare intorno a 70 cm, mentre nella mattinata del 18 settembre, favorito anche da una marea astronomica più elevata, il livello si è portato intorno a 82 cm (dati mareografo Porto Corsini).
Si tratta, per il mese di settembre, del dato più alto registrato dal mareografo dal 2010 (anno dal quale sono disponibili archivi mensili in forma continuativa).
Il mareografo di Cervia (RA) ha dato un valore ancora più alto, con un massimo di 98 cm (dato sensore radar).
Durante l’evento si sono verificati fenomeni di erosione costiera, danni alle opere di difesa e ingressioni marine. Nella provincia di Forlì-Cesena l’ingressione marina ha prodotto allagamenti nell’area urbana di Cesenatico in prossimità del litorale.
Si segnalano decine di fenomeni franosi, alcuni di questi che hanno reso necessaria l’evacuazione di abitazione e la chiusura della viabilità nei tratti stradali interessati. Le valli maggiormente interessate sono state quelle comprese tra il corso d’acqua de Savena e quello del Savio.
La previsione dell’evento meteorologico
Per tutta la durata dell’evento è risultata costante una discordanza tra i principali modelli fisico-matematici: in particolare tra IconD2 e il modello IFS del Centro Europeo, con il primo che vedeva valori più alti di circa il doppio. Inoltre, anche il sistema di previsione ensemble del Centro Europeo (EPS) e il modello francese Arome non mostravano valori alti come il modello tedesco.
Alla luce di questa incertezza si è comunque valutato che il peggioramento potesse risultare particolarmente significativo, ma l’esito è risultato comunque oltre le attese, considerato che in certe zone è piovuto anche di più rispetto a quanto si potesse prevedere seguendo ”il caso peggiore”, ossia quello con gli accumuli più elevati. L’incertezza, rispetto a maggio 2023, è risultata quindi maggiore anche probabilmente per la predominanza della componente temporalesca, che come è noto, presenta margini di errore più alti.
Questo paragrafo per ribadire la necessità di un monitoraggio in tempo reale costante durante questo tipo di eventi, anche per rendere la previsione sempre più precisa e soprattutto fornire informazioni aggiornate e particolarmente centrate sul territorio.
Dal punto di vista degli effetti sul territorio comunque, anche a fronte di piogge eccezionali e più elevate rispetto a maggio 2023, l’estensione dei danni è risultata decisamente inferiore.