Parlano chiaro i dati del NOAA, con Luglio 2019 che a livello globale si rivela essere il più caldo mai registrato. Anche Giugno 2019 era risultato il più caldo di sempre, per un bilancio estivo preoccupante in tal senso.
È sufficiente guardare la mappa dei percentili sopra riportata per capire quanto sia stato caldo a livello globale il mese di Luglio 2019.
Nello specifico, è stato il più caldo mai registrato, con un’anomalia pari a +0.95°C. Scalza quindi via anche il Luglio 2016, detentore fino a quest’anno del record di Luglio più caldo di sempre.
Osservando la mappa delle anomalie climatiche, possiamo notare come siano poche le zone con anomalia negativa rispetto a quelle con anomalia positiva.
Parte dell’America, l’Africa, l’Asia centrale e l’Oceania han fatto registrare dei record di caldo nel periodo preso in esame.
“Sovrapponendo” la mappa delle anomalie e quella dei percentili si può notare infatti che a tali zone corrisponda la dicitura “Record Warmest” ossia record di caldo, oppure “Much warmers than average”, ossia molto più caldo rispetto alla media.
E in Italia come è stato?
Con un’anomalia di +2.00°C rispetto alla media di riferimento 1971-2000, in Italia Luglio chiude al settimo posto tra i più caldi di sempre. A una prima parte con temperature prossime alla media e una maggior variabilità, è corrisposta una seconda parte molto più calda.
Le anomalie positive più rilevanti si son registrate in Sardegna e nelle regioni meridionali.
Anomalie non particolarmente marcate sulla nostra regione. Come riporta MeteoRimini tramite i dati del tecnico meteorologo Pierluigi Randi, sulla Romagna chiude al quindicesimo posto tra i più caldi e con un surplus pluviometrico del 32%.
Questo ci fa ben capire quindi che quando si parla di clima è bene allargare lo sguardo, senza concentrarsi al proprio orticello. Infatti, se in alcune zone, come ad esempio la nostra regione o più in generale la nostra Penisola, Luglio 2019 non è rientrato nel “podio” dei più caldi di sempre, le anomalie presenti in altri paesi han fatto “pendere la bilancia” verso un senso piuttosto unico che ormai caratterizza il quadro climatico globale da lungo tempo.