Polveri dell’Etna fin sull’Emilia-Romagna, in corso le verifiche

Sembra che le particelle legate ai numerosi parossismi dell’Etna avvenuti nelle ultime settimane abbiano raggiunto anche il nostro territorio. Ecco la situazione in base agli ultimi aggiornamenti.

Leggendo quanto riportato da ARPAM, le polveri legate ai numerosi parossismi dell’Etna avvenuti nelle scorse settimane, si sono spinte particolarmente a nord. In particolare ci si riferisce al periodo compreso tra fine febbraio e inizio marzo.

Questo grazie alla presenza di flussi meridionali, in cui presenza spesso si verifica un aumento della concentrazione di polvere Sahariana.

L’eruzione dell’Etna, la più grande emissione di anidride solforosa (SO2) dell’Etna per quel che riguarda il recente passato, ha emesso in atmosfera decine di Kilotoni di tale sostanza; i venti spiranti nel catanese, prevalentemente di scirocco, hanno determinato lo spostamento di particelle carboniose e la caduta di cenere anche in altre città siciliane e hanno via via interessato il centro-sud dell’Italia, principalmente la Sardegna, il Lazio, la Toscana, l’Emilia Romagna e l’Umbria. Quantità più scarse si sono spinte anche nelle altre regioni centrali, tra cui anche nelle nostre Marche, come dimostra il rilevamento di particelle carboniose ritrovate nelle centraline.

La situazione in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna la palla passerà ad Arpae per le verifiche del caso come spiega Vanes Poluzzi, responsabile del CTR Qualità dell’Aria.

Analizzando le traiettorie delle correnti in quota, sembra che le particelle potrebbero essere giunte almeno fin sull’Appennino. Al momento questa è ancora un’ipotesi perché per averne la certezza ci sono da combinare complessi fattori di analisi,  tenendo conto della possibile combinazione di tre componenti: le polveri del vulcano ma anche quelle legate all’afflusso di correnti meridionali che hanno portato polvere del deserto, a loro volta combinate con gli inquinanti normalmente presenti nelle nostre zone.

E’ possibile un contributo da parte delle emissioni dell’Etna sui valori di PM10 registrati in regione, anche se non in forma così determinante. Per quanto riguarda la polvere del deserto invece, è un accadimento molto più frequente.

Le ripercussioni maggiori sono in quota rispetto al suolo, con le nubi vulcaniche che riescono a raggiungere anche i 12-13 km di altezza, penetrando parte della stratosfera, mentre i forti venti che spirano in queste zone (oltre 250 km/h) riescono a trasportare minuscole particelle di fumo per centinaia e migliaia di chilometri.

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